BWelfare
Adottando un welfare inusuale tra le aziende italiane dello stesso settore, Bonassisa Lab ha investito nell’equilibrio tra produzione industriale e dimensione umana, tra profitto e qualità della vita. Una mensa riservata ai dipendenti che cucina e serve alimenti salutari – in alcuni casi personalizzati –, momento di sosta e confronto oltre che di ristoro. Un’area relax e una fitness di nuovissima costruzione, attrezzature e tecnologie sportive all’avanguardia e con annessa terrazza (di prossima ultimazione, per poterla utilizzare come spazio rigenerante). Un giardino esterno all’azienda, che circonda l’edificio che ospita la sede principale di Bonassisa Lab. Una serie di accorgimenti immateriali – come l’allestimento di una galleria permanente con le opere del pittore e scultore Salvatore Lovaglio –, allestiti in modo che la permanenza del dipendente in azienda risulti innanzi tutto confortevole, rispondendo alla regola secondo cui «chi si riconosce nei luoghi in cui trascorre la maggior parte del tempo, si riconosce dentro sé stesso» (Adriano Olivetti).
Impresa sostenibile
Bonassisa Lab rispecchia la filosofia del suo C.E.O. Lucia Bonassisa, la sua idea di condivisione del bene che proviene dall’azienda, con la convinzione che non si possa ricondurre tutto al profitto ma che si debba avvalorare l’identità. Anche per questa ragione, Bonassisa Lab è assurta alle cronache nazionali quando – in pieno lockdown, causato dalla pandemia da Covid 19 – ha deciso di incrementare, mediamente del 20%, gli stipendi di tutti i suoi dipendenti perché «chiamati a produrre uno sforzo eccezionale in un momento eccezionale». Una decisione tanto coraggiosa quanto in contro tendenza rispetto all’orientamento di molte altre imprese la cui quasi totalità – circa l’80% – ha attinto ai benefici di Legge previsti per far fronte alla pandemia. «Noi non lo abbiamo fatto perché crediamo nei nostri dipendenti come valore aggiunto, cioé che quello che danno in più non deve restare in azienda ma essere condiviso a beneficio di tutti». La sostenibilità BLab parte da questi principi, di condivisione ma anche di inclusione dell’energia di ciascun dipendente. L’impegno del BWelfare è concreto, strutturato come necessità aziendale, voce stabile anche nei bilanci sociali.
Charity
Nata verso la fine degli anni Settanta, la comunità di recupero Emmaus è diventata un importante riferimento sociale e presidio culturale non solo territoriale (ovvero per la Capitanata e per il resto della Puglia) ma anche nazionale. La cooperativa sociale Emmaus è stata la prima struttura giuridica (di Tipo B) che fin dalla nascita si è prefissata come obiettivo di essere insieme al territorio e a chiunque abbia bisogno – recita l’invito della comunità a condividerne lo spirito –. Oggi, dopo tutti questi anni, Emmaus continua a offrire opportunità ai giovani che sul loro cammino hanno incrociato esperienze di carcere e dipendenze. Emmaus è infatti una delle comunità più grandi d’Italia, che durante la sua storia ha “riconsegnato alla vita” migliaia di uomini e donne che sembravano averla perduta.
BLab sostiene Emmaus attraverso donazioni, assistenza, progetti comuni, raccolte fondi e raccolte di oggetti e beni di prima necessità, contribuendo così al grande sforzo umano e solidale che ogni giorno si realizza grande all’indomabile volontà di don Vito Cecere (che coordina operativamente la vita della comunità) e di decine di straordinari collaboratori e operatori volontari. Per chi volesse fare come BLab, e sostenere la comunità di recupero Emmaus, si possono fare donazioni attraverso l’iban IT02L050180400000011186673 intestato a Cooperativa sociale a r. l. Emmaus.