Un’idea d’azienda

STORIE DALLA “PRODUZIONE SOSTENIBILE”

QUANDO IL CALCOLO DELLE INCERTEZZE SERVE A MISURARE LA PROPRIA PASSIONE
La mia passione per la scienza sembra dettata dal destino. Sono figlia di un agronomo che mi ha contagiato l’amore per la natura, vivo in un paese incastonato nel Subappennino dauno (in provincia di Foggia). Dai primi anni di scuola ho amato la matematica, per cui – quando si è presentata l’occasione – scegliere lo scientifico mi è sembrato naturale. Poi mi sono appassionata alla chimica e alla biologia, discipline che ho studiato con grande dedizione fino a laurearmi in Scienze e tecnologie alimentari. Dopo la laurea e un anno di tesi sperimentale, le mie idee erano piuttosto chiare. Il sogno era restare a lavorare lì, in laboratorio. Tra provette, flaconi e reagenti. Il mio sogno era trascorrere il resto della vita in un laboratorio, cercando di contribuire alla comprensione scientifica di qualcosa. Ma senza dover per forza emigrare. Volevo restare a Foggia, magari lavorando nel più grande laboratorio che conoscevo e dove avevo inviato il mio curriculum. Per fortuna, dopo qualche mese, mi chiamarono.

Era il 2005. È cominciata così la mia storia in BLab. I primi mesi a frullare campioni e setacciare terreni, dovevo imparare, crescere professionalmente. Rientrata in azienda dalla prima gravidanza, ecco la svolta. Mi propongono un corso sul calcolo dell’incertezza nelle prove chimiche, ne fui felicissima. Così avrei potuto coniugare la mia passione per la matematica con le mie discipline preferite, chimica e biologia. Ma poco più tardi arrivò un’altra bellissima notizia, mi avevano scelta per un’altra sfida. Sentivo che qualcosa stava cambiando, nel frattempo il trasferimento nella nuova sede (quella che in cui si trova il quartier generale di BLab, zona ASI a Foggia; NdR) e la sensazione di trovarmi di fronte a uno snodo della mia carriera, di fronte a qualcosa di importante. Per un tecnologo essere chiamato a sviluppare le potenzialità di un nuovo laboratorio è, probabilmente, la più grande soddisfazione possibile. Non potevo tradire la fiducia che mi avevano accordato, non potevo fallire. Non è stato semplice, tra titolazioni di proteine, fibre, micotossine, ICP, HPLC. Arriva il 2014 e mi assegnano la mansione di Coordinatore del settore bromatologia, così aumentano responsabilità e obiettivi da conseguire. Ma ho imparato sulla mia pelle che ogni cambiamento serve a migliorare, porta nuovi stimoli. Mettersi in gioco è importante, anzi giocando io stessa a calcetto… so che per vincere bisogna che a prevalere sia una logica di squadra. Dopo tutti questi anni trascorsi a calcolare le incertezze (nelle prove chimiche, NdR), l’unica certezza che ho acquisito è che BLab fa parte della mia vita. E che quindi è, ormai, parte della mia famiglia.

Antonella Lecce – Dipendente BLab dell’anno 2019.
Estratto da BLab Magazine, numero 0.